La Croce Rossa e il dovere di ricordare che anche i conflitti hanno delle regole

In un tempo in cui il rumore delle armi sembra soffocare ogni voce di pace, la Croce Rossa non smette di parlare. Lo fa con il linguaggio che conosce meglio: quello della Neutralità, dell’Umanità, della Protezione. Lo fa ricordando che anche la guerra ha delle regole. E che conoscerle, farle conoscere, è il primo passo per farle rispettare.

Durante la Giornata Internazionale per l’eliminazione delle armi nucleari, le sedi dei Comitati CRI e dei Comuni Italiani si sono illuminati di rosso nell’ambito della Campagna “Nuclear Experience”.

In diverse piazze sono state realizzate attività di sensibilizzazione per promuovere la ratifica del Trattato per la proibizione delle armi nucleari (TPNW). Sono armi terrificanti, causano mali eccessivi rispetto all’obiettivo militare perseguito provocando sofferenze gravissime che perdurano anche dopo il conflitto. Causano danni alle persone e modificano in modo permanente l’ambiente poiché le radiazioni si estendono nel territorio e permangono per generazioni nei terreni e nelle persone impedendo la ripresa della vita, delle coltivazioni e di tutte le attività umane. In caso di attacco nucleare, nessun Stato al mondo è in grado di prestare soccorso in un tale contesto.

La diffusione del Diritto Internazionale Umanitario – che regola la condotta dei conflitti armati e protegge chi non vi partecipa è una missione che coinvolge l’intera Croce Rossa Italiana. Una missione che non si limita ai soli tavoli delle diplomazie internazionali, ma che vive ogni giorno nei territori, nelle scuole, tra i volontari che come qui a Palermo, portano avanti un’azione di sensibilizzazione costante, silenziosa ma determinata. Perché in ogni tempo e in ogni luogo, la conoscenza è protezione.

In questo contesto, il ruolo dei volontari della Croce Rossa assume un valore centrale, soprattutto in tempi incerti come quelli che stiamo vivendo. La loro fedeltà ai Principi fondamentali, in particolare alla neutralità è ciò che ci permette di continuare ad essere un ponte tra le persone, tra le comunità, tra chi soffre e chi può aiutare” ha dichiarato Giorgia Amato, Presidente CRI Palermo.

La voce della Croce Rossa serve a dare forma ad una verità che troppo spesso viene dimenticata: i civili, gli operatori umanitari, il personale sanitario non sono e non devono mai essere un bersaglio!

Ed è con questo spirito che nacque la Campagna “Non sono un Bersaglio” che rivendica il principio del diritto alla sicurezza di chi anche nei conflitti, continua a curare, salvare e assistere le vittime e chi ha bisogno d’aiuto. Ed è lo stesso spirito che anima l’impegno contro l’uso e la proliferazione delle armi nucleari- strumenti che negano l’umanità alla radice, annientando indiscriminatamente vite, territori e generazioni-.

In un tempo segnato da conflitti, immagini strazianti e parole spesso urlate senza ascolto, la CRI alza la voce. Non per schierarsi, ma per ricordare. Ricordare che ci sono delle regole. Regole che parlano di umanità, di limiti, di diritti fondamentali che non si spezzano neppure sotto le bombe.

Il Diritto Internazionale Umanitario che rappresenta il cuore giuridico dell’azione della Croce Rossa, è una responsabilità collettiva.  la voce di chi crede che la dignità umana non conosce bandiere, è la voce di chi come noi, opera ogni giorno per alleviare le sofferenze, proteggere i più vulnerabili, educare al rispetto e alla consapevolezza.

Come ha ricordato il nostro Presidente nazionale Rosario Valastroil compito della Croce Rossa è quello di mantenere alta l’attenzione sul rispetto delle regole, anche quando è scomodo, anche quando sembra più semplice tacere. Perché ogni tempo è tempo di conoscenza e ogni cittadino ha il diritto e il dovere di comprendere che il diritto umanitario non è una posizione politica, ma bensì un presidio di civiltà”.

Ogni tempo è tempo di memoria. Ogni tempo è tempo di umanità. Per questo si continuerà a parlare, a formare, a essere presenti. Perché il rispetto del DIU è la voce dell’umanità anche quando il mondo sembra dimenticarla. Non importa dove. Non importa chi. Conta solo che ogni vita ha valore. E questa-in mezzo al caos- è la sola bandiera che riconosciamo: quella dell’Umanità.

Non basta dire “pace” per costruirla– serve credere che anche nella guerra, può sopravvivere il rispetto. E noi, continueremo ad essere la carezza che ricorda al mondo che l’Umanità, anche sotto le macerie, può ancora vincere.

Houda Sboui

Volontaria dello Staff Comunicazione CRI Palermo

 

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